Discussione tesi 28 ottobre 2022


Pubblicata il 30-10-2022

Il 28 ottobre scorso abbiamo avuto il piacere di assistere alla discussione di tre tesi delle candidate Dalila Fleming, diplomatasi in Grafologia Giudiziaria Peritale, Daniela Molinaro, che ha concluso il suo percorso con la specializzazione in Grafologia dell’età evolutiva e Concettina Siciliano che, pur avendo altre due specializzazioni alle spalle, Grafologia dell’età evolutiva e Grafologia dell'Orientamento professionale e gestione delle risorse umane, ha scelto la Grafologia Pastorale come campo di approfondimento per il suo lavoro conclusivo.
 
Dalila Fleming, che ha avuto come relatore il Professor Vincenzo Tarantino e la Professoressa Chiara Mistrorigo in qualità di correlatrice, con la sua tesi La grafologia al servizio della scienza criminale” ha svolto un interessante lavoro, raccogliendo ed analizzando molte scritture appartenenti ai carcerati, di sesso maschile e femminile, al fine di sottolineare l’importanza del messaggio veicolato dalle stesse a fronte dei comportamenti criminali messi in atto dagli stessi. Sottolineando, quindi, il rapporto inscindibile tra grafologia e crimine, ha focalizzato l’attenzione sull’esame della personalità grafica evidenziando i segnali di allarme riscontrabili nei tracciati grafici. Le conclusioni tratte sono a favore della grafologia, poiché grazie all’analisi del tracciato grafico in esame è possibile cogliere le reali intenzioni del soggetto, che, invece, spesso cela attraverso comportamenti e dichiarazioni del tutto opposte. È dunque un valido strumento anche per chi, nelle aule dei tribunali, si trova a dover decidere importanti decisioni relativamente a soggetti pericolosi.
 
Daniela Molinaro, la cui relatrice è stata la Professoressa Loredana Moretti e correlatrice la Professoressa Nadia Buonanno, ha eseguito un interessante lavoro, il cui titolo è Scrittura degli adolescenti pre e post pandemia. Segnali di resilienza e di disagio. Riflessioni grafologice”, avente come fulcro la scrittura dei ragazzi appartenenti a questa delicata fascia di età. Nato dall’esigenza di comprendere se, dall’analisi delle scritture prodotte precedentemente ed in seguito alla pandemia, sia possibile evidenziare segni morettiani in grado di comunicarci il disagio sofferto o lo  sviluppo della resilienza in risposta allo stress, si pone l’obbiettivo di contribuire alla produzione di strumenti utili a genitori, formatori e giovani stessi per affrontare un passaggio di crescita così importante.
La scelta della fascia di età è dettata non soltanto dall’essere madre di un ragazzo adolescente, ma anche in funzione dei preoccupanti dati raccolti dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, relativi a casi di fenomeni di ideazione suicidiaria e tentativi di suicidio. 
Attraverso, quindi, un’attenta analisi di un gran numero di tracciati grafici è risultato che la maggioranza dei ragazzi sia riuscita ad attingere alle proprie risorse, magari anche sconosciute ed incontrate grazie al dialogo avuto con se stessi, poiché, come sappiamo, costretti a trascorrere gran parte delle giornate isolati durante il lock down, dimostrando una straordinaria resilienza. Per una percentuale ridotta, invece, sono emerse le difficoltà non metabolizzate relative alla fase relazionale e di gestione delle proprie emozioni. Ne consegue, dunque, che l’ascolto di quanto abbiano da dirci sia fondamentale per consentir loro di leggere la favola che hanno dentro.
 
Concettina Siciliano con la sua tesi intitolata “Don Andrea Santoro. Sentimenti di un pastore attraverso le sue scritture” ha descritto la vita non solo di un sacerdote, ma anche soprattutto di una persona a lei molto cara. Ha avuto come relatore il Preside, il Professore Raffaele Di Muro, e come correlatore il Professor José Alberto Suárez Alemán, che insieme alla Professoressa Maddalena Santoro, sorella di Andrea, hanno curato la stesura di questo interessante lavoro. Attraverso l’emozionante analisi degli scritti del sacerdote, è stata ripercorsa la sua vita, da quando era bambino, passando attraverso le tappe importanti del suo cammino, prima fra tutte la scelta di entrare in seminario all’età di 13 anni, i suoi viaggi e le ultime parole scritte alla madre quando, a Trabson, dove perse la vita, percorreva inconsapevole gli ultimi passi del suo meraviglioso percorso di fede. Dallo studio dei tracciati grafici è emersa un’inaspettata realtà: Don Andrea portava dentro di sé tanto tormento, un grande bisogno di cercare Dio, la necessità di silenzio in cui ricaricare se stesso e un’emotività distintiva che è sempre riuscito a celare. A fronte, quindi, di un carattere intransigente con se stesso in primis, determinato, coerente, preciso c’era un’anima sensibile, comprensiva e profonda che, probabilmente, essendo persona molto riservata, mostrava poco anche ai suoi confratelli, ma esternava apertamente nella preghiera e nella fede, per lui faro imprescindibile. È stato interessante comprendere quanto anche personalità così forti e determinate fino all’ultimo abbiano un lato “umano”, fatto di tormenti e luminose sfaccettature in grado di dare senso ad ogni parola, gesto e scelta di vita, nonché spessore a tanta forza d’animo.
 
I nostri migliori auguri alle neo diplomate per i loro percorsi nel campo della grafologia!

Serena Giacobone









    
  




  



  

 

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