Relazione sul 4° Seminario “Le neuroscienze della scrittura”


Pubblicata il 20-06-2021

Il 4° Seminario “Le neuroscienze della scrittura”, finalmente tenuto in presenza, ha rappresentato un prezioso momento di scambio e condivisione che, come quelli che lo hanno preceduto, lascerà il segno in tutti i presenti, discenti e relatori.

Dopo l’apertura dei lavori da parte del Preside della Facoltà, il Prof. Raffaele Di Muro, si è susseguita una lunga ed interessantissima serie di relazioni che hanno spaziato dall’ambito legale a quello medico a quello pedagogico, dandoci così l’idea dell’estrema plasticità della Grafologia.

Partendo dall’intervento del Prof. Vincenzo Tarantino, che ha sottolineato l’indissolubilità tra espressione cognitiva ed espressione motoria del cervello parlandoci della scrittura quale “movimento” ed ha illustrato in che misura le nuove tecnologie e la strumentazione diagnostica avanzata (come tac-pet e risonanze magnetiche) aiutino a studiarne le caratteristiche, è subito possibile fare una considerazione: aggiornare le proprie conoscenze e ricordare il ruolo centrale ricoperto dalla prova scientifica a monte dei lavori di un grafologo è di fondamentale importanza.

Proprio su questo tema hanno fatto leva anche le altre relazioni che lo hanno preceduto e seguito: abbiamo infatti visto come la dimostrabilità di quanto si affermi, sia in campo medico, che in quello forense, rappresenti una conditio sine qua non per poter dare credibilità e futuro alla Grafologia, che ancora stenta nell’essere riconosciuta come vera e propria scienza. Dalle osservazioni sugli effetti che patologie come l’Alzheimer o l’ictus cerebrale, nonché l’incidenza dei farmaci, l’invecchiamento fino anche all’emotività e il mancinismo hanno sul comportamento grafico sono stati raccolti dati ed informazioni utili a molti studi. Tali dati, però, come sottolineato da tutti i relatori, devono sempre essere messi in  parallelo con il numero di campioni osservati: spesso, infatti, ancora non è sufficiente la quantità di casi studiati per poter parlare di leggi scientifiche e questo ci deve far riflettere sull’importanza della ricerca in campo grafologico.

Allo stesso modo in ambito forense, la dimostrabilità della prova necessita di accertamenti pregressi, della conoscenza di prassi e teoria relative al diritto e neurdiritto, delle tipologie di atti che si andranno a redigere, conoscenze che non devono essere proprie solo del perito grafologo o del giurista, ma anche del notaio, che ricopre spesso un ruolo centrale nell’iter complessivo. A corollario di quanto detto, come evidenziato da uno dei docenti, durante le operazioni peritali è necessario mettere in discussione le proprie osservazioni e conclusioni, facendone sempre una “prova del nove”, anche tramite il confronto tra colleghi, onde evitare errori che facilmente minacciano l’attendibilità dell’elaborato redatto, poiché spesso scritto con giudizi pre-posti.

Tornando, infine, al concetto di scrittura-movimento, ci è stato presentato uno studio interessante che ha messo in luce quanto musica e scrittura abbiano in comune e quanto dall’analisi del tracciato grafico dei musicisti si riesca a sottolineare aspetti caratteriali e cognitivi riscontrabili nelle loro biografie. Com’è facilmente immaginabile gli eventi vissuti dagli autori durante la loro esistenza hanno influenzato in maniera più o meno diretta le loro composizioni, che essendo scritture su carta ci portano a fare una considerazione conclusiva: non è possibile scindere la nostra vita dalla nostra grafia.






































 

 

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